"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 18 settembre 2012

Aiutiamo un fratello... e aiutiamo noi stessi.


Premessa (fondamentale): non cliccate "mi piace" o commentate e basta... qui bisogna agire.

Qui si parrà nostra nobilitate...

Parliamo tanto di fratellanza, di diritti, di repulsione per gli abusi di potere e di solidarietà... vediamo se e quanto sono solo parole.

E vediamo di non trincerarci dietro il fatto che, in questo caso, si parla di un'unica persona (mentre i princìpi suddetti dovrebbero essere applicati a tutto il genere umano). Un fratello in difficoltà lo si aiuta quando ne ha bisogno, non si aspetta certo che siano tutti impelagati nei problemi... secondo il motto kropotkiniano per cui “fai agli altri quello che, in analoghe circostanze, vorresti fosse fatto a te”. Secondo me, ma mi pare una questione di buon senso.

E chi prende questa premessa come una critica personale sappia che dimostra soltanto una grande coda di paglia.

Non so quanti di voi siano a conoscenza o si ricordino di una brutta vicenda di corruzione avvenuta nel carcere di Velletri (Roma), che ha avuto come correi un po' tutte le autorità carcerarie e parecchi secondini: quella in cui le derrate alimentari destinate ai detenuti venivano dirottate verso altri lidi (connessi al giro dei carcerieri): Ismail, un detenuto tunisino, ebbe il coraggio che mancò a tutti – tutti infatti, nel carcere, ne erano a conoscenza – e denunciò il fatto.

Per questo pagò in modo inumano, con pestaggi ed abusi di ogni tipo, finché finalmente qualcuno gli diede retta, cominciò l'indagine (per quanti tentativi di insabbiamento sian stati compiuti) e finalmente siamo giunti al processo (veramente è iniziato l'anno scorso, ma si sa da noi quanto è lunga la giustizia). E lui è un teste chiave.

Ismail non è un angelo: è un uomo che ha fatto anche dei grossi errori (ma li ha pagati) e che poi ha deciso di non piegarsi alle logiche del potere, pagandone tutte le conseguenze.



Ora vive con un permesso di soggiorno a breve scadenza, sta cercando un lavoro onesto (anche perché un eventuale ritorno in prigione, per lui, significherebbe la morte sicura) ma non lo trova perché tutti si spaventano per il suo esser stato carcerato (certo, dicesse che ha fatto il parlamentare... tutte le porte gli si aprirebbero. Eppure noi sappiamo bene quanti delinquenti si aggirino per i palazzi del potere...).

Deve presentarsi al processo a deporre, ma per arrivarci deve prendere un treno e non ha i soldi per il biglietto, vive con una persona fantastica che lo aiuta quanto può (straniera anche lei) e... insomma, ha bisogno di noi, di tutti noi.

Non posso credere che siamo tutti disoccupati, invalidi, pensionati con la minima, lontani da Roma, mobilizzati o cassintegrati, sfrattati o senzatetto... non posso credere che non possiamo dimostrare ad Ismail che non tutti gli italiani sono uguali, che c'è anche una popolazione onesta, amante della giustizia e non razzista: vi chiedo, CI chiedo, di fare quel che possiamo.

Possiamo aiutarlo a sopravvivere, facendo un versamento sulla carta Genius Card, IBAN numero: IT67V 02008 32974 001260228172 intestata ad Ismail Ltaief,  in modo che possa prendere il treno per raggiungere Roma senza dover viaggiare da clandestino, e poi tornare...

Possiamo (potete, io purtroppo non riesco a muovermi... ma io sono invalida e non sto a Roma!) andare a sostenerlo al processo, dove probabilmente cercheranno ancora di intimidirlo e/o di farlo ritrattare o edulcorare i fatti, il 4 ottobre a Velletri (Roma), al Tribunale in piazza Giovanni Falcone, aula n. 5 – piano terra alle ore 15:00 (aggiunta del momento: la stampa non è ben accetta in aula... chissà poi perché!)

Ma possiamo anche aiutarlo a trovare un lavoro: si adatta a fare qualsiasi cosa, è massaggiatore esperto e diplomato, può dare lezioni di pianoforte, è cuoco, esperto di computer, traduttore (inglese, francese, spagnolo, swahili, arabo ed italiano), giardiniere, badante per bambini e/o anziani, nella zona di Milano preferibilmente, ma è disposto a spostarsi ovunque.

Una piccola parte della sua storia la trovate qui: 


http://www.radioradicale.it/scheda/331809?format=52

ma lo trovate anche tra i miei contatti, dunque potete chiedere, verificare e quant'altro.

Ci commuoviamo per Stafano Cucchi, scriviamo lettere per Niki Gatti, piangiamo Manuel Eliantonio, Francesco Mastrogiovanni, Federico Aldrovandi e tutte le altre vittime della violenza carceraria e non vogliamo mobilitarci per Ismail, la cui unica differenza dalle altre vittime è che è ancora vivo?
Non ci posso, non ci voglio credere. Non deludetemi e non cancellate la speranza in un mondo migliore in questo ragazzo.

Io la mia goccia nell'oceano ce la metto.

Grazie a chi coglierà e diffonderà l'appello.




 Questo è il testo integrale di una nota che ho pubblicato su facebook qualche giorno fa; la riporto qui non solo per cercare di darle il massimo risalto possibile (dunque tutti gli amici blogger che vogliono possono prenderla ed inserirla nei loro blog, grazie!), ma anche perché da quando l'ho pubblicata stanno succedendo cose strane.

Che facebook sia una comunità virtuale in cui circola impunita una massa di imbecilli è noto (ma d'altronde, ci sono ovunque), ma che costoro cerchino di ostacolare la diffusione di notizie è pernicioso ed inaccettabile - stanno cercando di bloccarmi la posta privata!

E dunque la salvo anche qui... chissà che non serva a dare un esempio di giustizia dal basso. E magari anche qualcos'altro.

domenica 2 settembre 2012

L'ultima spiaggia... è la riscoperta dei sogni nel cassetto.



Lo so: non passa giorno che non si legga notizia di giovani disoccupati, pensionati, cassintegrati, mobilizzati, over40 etc che non ce la fanno più e si suicidano per mancanza di speranza.
Non passa giorno che le cronache non riportino di lavoratori che si abbarbicano - letteralmente, spesso - ai posti di lavoro in pericolo e cerchino di escogitare qualche forma di protesta eclatante per farsi notare, assurgere alle cronache e trovare, forse, la soluzione al loro problema.

Purtroppo non mi pare che la classe politica al potere (e anche tanti che fingono di opporsi, ma che han cambiato lato della barricata... secondo me) e/o la finanza siano in grado  di dare risposte risolutive e convincenti; d'altra parte anche troppa parte del sindacato ha abdicato al suo compito e si comporta né più né meno come il partito politico di riferimento.

D'altra parte, ancora peggio, la sinistra annaspa, non trova un terreno unitario da cui costruire un'alternativa valida e convincente.

In mezzo a tutta questa confusione deprimente, c'è la mia convinzione che non verremo mai a capo di nulla se non siamo pronti a ridiscutere tutto. Non ha senso la difesa del posto di lavoro in quanto tale, ma non ha neppure senso mantenere le lotte "separate". Solo uniti si può pensare di vincere, e solo pensando ad un lavoro che rispetti gli individui e la loro dignità ma nel contempo non ne comprometta la salute e soprattutto serva (perché dai: a che erve continuare a produrre Panda se nessuno ha i soldi per comprarsele?) e tuteli l'ambiente, senza il quale siam destinati a sparire tutti, si può uscire dal tunnel, che sia una miniera, una fabbrica o un laboratorio.

Appunto: uniti. Io purtroppo ho poco da unire... sono sempre stata parecchio isolata, non per scelta ma per contingenza, e non ho mai avuto il conforto di colleghi che spartissero le mie difficoltà.
Intendiamoci: non credo nel "mal comune", anzi la trovo un'idea abbastanza stupida, però anche sentirsi soli poi, troppo spesso, porta a gesti estremi - né la solidarietà a parole di qualche compagno può fornire una via d'uscita.

E dunque... dunque io penso per me, che poi se mi va bene "m'allargo" e diffondo la mia fortuna. Se mi andrà bene, perchè ci vuole tanta fortuna anche... e sono proprio all'ultima spiaggia.

Chi mi conosce sa tutte le traversie che hanno caratterizzato la mia vita lavorativa: non sono mai stata una lavativa (ma una scomoda sì), ho fatto di tutto, eppure sono stata una delle prime vittime delle "riconversioni" multinazionali, e recidiva per di più.

E poi, tanto per non farmi mancare nulla, ci si son messi pure problemi di salute, che mi hanno portato, da ultimo, ad un "intervento risolutivo" all'anca destra... talmente risolutivo che, dopo più di tre anni, quella (che non mi faceva manco male) è ancora dolorante, la sinistra poverina, che era la parte lesa già allora, è sempre più sofferente e, ultima entrata, adesso pure la schiena ne risente.

Morale: son disoccupata da più di tre anni, ho venduto la casa e con quei proventi ci siamo mantenuti finora, ma non era un palazzo di cui qualcuno pagava l'affitto (o il mututo) a mia insaputa... e sono pure invalida. Ho persino smesso di andare a fare colloqui, perché di sentirmi dire, a turno, che son troppo esperta/vecchia/costosa/inesperta/malata mi son stufata.

Che devo fare, incatenarmi davanti al municipio e minacciare di darmi fuoco? Temo che mi porterebbero un accendino... e non ho voglia di rischiare, grazie.

Si torna dunque all'ultima spiaggia... dove si dimostra che, in fondo, non bisogna mai rinunciare ai propri sogni.

Mi è sempre piaciuto scrivere, con molti amici ci siamo scambiati pacchi di lettere (altri tempi) e poi di mail... mi dicono che scrivo anche bene... e allora, voilà: i sono messa a scrivere. Come andrà? Non ne ho idea. Io ci provo.





domenica 19 febbraio 2012

APPELLO: Verità e giustizia per i morti della "Marlane"


Alla Marlane di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, industria tessile del gruppo Marzotto, si è consumata una tragedia del lavoro della quale si parla poco. Ben oltre 100 lavoratori si sono ammalati di tumore di varia natura e a decine sono deceduti (secondo fonti attendibili e realistiche sono oltre 80). Purtroppo questi numeri, che nascondono vite spezzate, sono destinati a crescere nel tempo.

Il Tribunale di Paola, il 12 novembre 2010 ha rinviato a giudizio Pietro Marzotto ed altri 11 dirigenti della Marlane, della ex-Lanerossi, della Marzotto, con l'accusa di omicidio colposo plurimo, aggravato dalla omissione delle cautele sul lavoro, lesioni colpose gravissime, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e disastro ambientale doloso, per aver sversato e interrato nell'area antistante lo stabilimento tessile, tonnellate di rifiuti speciali di cui la maggior parte di natura altamente cancerogena.

Dopo anni di indagini e tra mille difficoltà, la Magistratura ha deciso di procedere per raggiungere quella verità richiesta dai lavoratori, dalle famiglie, dalle organizzazioni sociali e associazioni ambientaliste, dalle amministrazioni locali che si sono costituiti parte civile (le parti offese sono oltre 180). Il processo doveva iniziare il 19 aprile 2011 ma la prima udienza è stata rinviata ben 5 volte (l’ultimo rinvio è del 30 dicembre 2011) per vizi di forma, errori di notifica ed eccezioni procedurali presentate dagli avvocati degli imputati. Il dibattimento, quindi, non è ancora veramente iniziato. La prossima udienza dovrebbe svolgersi il 24 febbraio 2012 ed il rischio di prescrizione aumenta con il passare del tempo.

Noi crediamo che sia giusto che emerga con chiarezza quanto accaduto alla Marlane. Riteniamo necessario, quindi, che il processo abbia finalmente inizio e che non ci debbano essere ulteriori impedimenti di varia natura che ostacolino il suo normale svolgimento. Perché i morti, gli ammalati, le loro famiglie e la popolazione chiedono verità e giustizia.

A Vincenzo Benincasa, Lorenzo Bosetti, Salvatore Cristallino, Antonio Favrin, Giuseppe Ferrari, Ernesto Fugazzola, Jean De Jaegher, Carlo Lomonaco, Pietro Marzotto, Lamberto Priori, Attilio Rausse e Silvano Storer, imputati del processo Marlane, vogliamo fare un appello: non chiedete ulteriori rinvii delle udienze, non autorizzate i vostri avvocati ad agire in tal senso: pretendete di raggiungere un verdetto in tempi ragionevolmente brevi. Questo è un vostro preciso diritto, un dovere e una condizione indispensabile per fugare qualsiasi dubbio e rendere giustizia ai lavoratori della Marlane ed alle loro famiglie.


ADERISCI INVIANDO UNA EMAIL ALL'INDIRIZZO APPELLOMARLANE@GMAIL.COM


LEGGI LA LISTA DELLE ADESIONI (aggiornata al 2 febbraio 2012)


DOPO L’APPELLO SULLA MARLANE HANNO SCRITTO:

vicenzapiù

la nuova vicenza

il gazzettino

l’unità

il manifesto


L’APPELLO È PUBBLICATO IN:

marx21.it

comunisti-italiani.it

articolo21.org

cadutisullavoro.blogspot.com

olivierobeha.it

portogruarovive.it

vicenzapiù.com

nuovavicenza.it

ilfattoquotidiano.it

ilmanifesto.it

dongiorgio.it (don giorgio de capitani)

contropiano.org

tg3.rai.it

laltrariva.net

controlacrisi.org

rossoverona.org

usb.it

miogiornale.com

ildialogo.org

allasalutesel.it

pane-rose.it

rifondasandona.it

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blogtortora.it

dirittiglobali.it

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fdc.ilcontemporaneo.it

pane-rose.it

bastamortesullavoro.blogspot.com

paola.virgilio.it

liberivicentini.it

rassegna.it

ilchisciotte.it

maratea.virgilio.it

e-io-scrivo.over-blog.it

glvart.blogspot.com

informazionecontro.blogspot.com

(a cui vanno aggiunti maipiuthyssenkrupp.blogspot.com e questo blog)

fonte: http://www.marx21.it/italia/sindacato-e-lavoro/838-appello-verita-e-giustizia-per-i-morti-della-qmarlaneq.html

martedì 14 febbraio 2012

D'Italia e di Grecia

Ma che bello: il riposo coatto da FB mi dà il tempo di postare qualcosa con più tranquillità e dar sfogo pubblico ai miei pensieri.

Cominciamo dalla buona notizia: la sentenza di Torino ha finalmente portato un po' di giustizia nel mondo del lavoro e delle malattie "professionali" (che definire malattie da profitto dei padroni mi parrebbe più equo): 16 anni a Schmidheiny e a De Cartier (ex vertici della multinazionale Eternit) son poca cosa rispetto ai morti provocati, ma dimostrano senza ombra di dubbio che la lotta paga... chinare sempre la testa no.

Qualche dubbio sulla sentenza - che non ho letto in originale - mi viene leggendo che "... il "disastro ambientale" (ma non la "rimozione di cautele") provocato dagli stabilimenti di Napoli-Bagnoli e Rubiera (Reggio Emilia) è prescritto." (fonte: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/02/14/667933-eternit-sentenza-reazioni.shtml): se è vero che Napoli e Reggio Emilia son state, come dire, messe a tacere, condivido l'opinione che non possono esistere morti di serie A e di serie B (ma questo è un annoso discorso e non riguarda solo le morti per
amianto, mi sembra).

Altre cose positive in Italia non mi sembra di vederne, a parte forse il fatto che stasera alla serata inaugurale del festival di Sanremo la valletta-modella sarà probabilmente assente (ne sentiremo la mancanza? io sicuramente no, anche perché non ho manco l'intenzione di accendere la TV... come ormai da troppo tempo).











Intanto in Grecia un governo non troppo diverso dal nostro quanto a miopia e scelte
scellerate continua a massacrare il suo popolo con leggi affamanti, secondo i diktat dei grandi potentat
i europei (che nulla hanno a che fare con i popoli). Di conseguenza la Grecia brucia, perché i Greci non ci stanno. E hanno ragione.







Personalmente non approvo la violenza,
non mi piace vedere negozi o automobili o biblioteche andare a fuoco, non perché non capisca la rabbia ma perché non ne vedo il costrutto (come dice anche Mario Badino nel suo post), soprattutto in considerazione del fatto che, i Greci, un partito di opposizione dura e seria ce l'hanno. E qualche idea sensata nei confronti della Merkel e di questa Europa pure.













Non come da noi...
il nostro migliorista napoletano conciona rassicurante che noi non siamo la Grecia ed i nostri partiti hanno già dato prova di senso di responsabilità (sicuramente si riferisce alla lega, ritengo io. Ma è solo un'ipotesi...)

Dormite, Italiani, dormite narcotizzati e tranquilli... tanto quello che sta succedendo in Grecia non vi riguarda, anche se tra Omsa, Binario 21, Fincantieri, Fiat e altre "piccole" realtà di chiusure forse dovreste aprire gli occhi e farvi qualche domanda... dormite e non pensate, cullatevi nei vostri sogni teletrasmessi, che tra un festival di Sanremo e una telenovela o un reality la realtà si sfuma e potete continuare a credere al potere salvifico di Monti e del suo governo "diverso"... dormite e sognate di un piddì che difende i vostri interessi ed il futuro dei vostri figli... soprattutto dormite, ché se vi svegliate rischiate di restarci male.

Senza contare poi che in Grecia la polizia s'è schierata dalla parte dei cittadini (Cuba-Italia blog, post del 12 febbraio) con questa frase:
"Qualora continuiate con le vostre politiche distruttive, vi avvisiamo che non riuscirete a farci combattere contro i nostri fratelli. Ci rifiutiamo di fronteggiare i nostri genitori, i nostri figli e tutti i cittadini che protestano e chiedono un cambiamento nelle politiche". Vi pare poco? Pensate che da noi succederà lo stesso? Mi piacerebbe crederlo, ma di Ennio Di Francesco non mi sembra ce ne siano in giro poi tanti... e per ora i tutori dell'ordine de noantri han preso ben altre posizioni (senza stare a rivangare il G8 di Genova, bastano le ultime manifestazioni di pescatori e studenti, mi sembra).

Ma posso finire un post così, con questa lamentazione pessimista? No, non me la sento. E allora vi lascio con due proposte - alternative maanche no, si possono fare entrambe volendo! - su cui riflettere e, magari, discutere.

La prima è dell'amico Loris e suggerisce uno sciopero generale di tutti i lavoratori europei, ognuno nella sua piazza, ma che paralizzi questa Europa finanziaria inumana e verticistica, mentre la seconda è di una ragazza greca e prevede un DO-NOTHING-DAY, cioè il rifiuto a partecipare, collaborare e contribuire (però un giorno solo second
o me non basterebbe...)

Meditate gente.

domenica 12 febbraio 2012

Facebook e la censura dei sepolcri imbiancati (io non ci sto)



Tanto per cambiare, Facebook ne ha combinata un'altra delle sue. La spiegazione è tutta in questo video:

http://youtu.be/Uc7YFQUZtAI

In breve, la storia è questa: qualche giorno fa il mio amico Marco pubblica questa foto (poi mio avatar) e Facebook provvede subito a censurargliela, avvisandolo che ha violato le condizioni di FB e che se persiste gli bloccano l'account.

Quale sarà mai la regola violata? Forse la riconoscibilità dei minori, che non hanno i visi completamente "oscurati"? No, pare proprio che la difesa della privacy dei bimbi non c'entri.

Cos'è dunque a disturbare tanto? Stando alle richieste di spiegazioni di Marco, che non hanno avuto riscontro (così funziona la democrazia di FB: loro decidono, impongono e non spiegano. L'han fatto anche con me, e ancora sto aspettando di sapere quale immagine abbia causato le loro ire furibonde), pare che l'immagine a fianco abbia "contenuti sessuali espliciti" (come dire che si vedono i capezzoli? mah).

Inutile dire che mi sono (ci siamo) incupiti di brutto. Ma come, una mamma che allatta è immagine che scandalizza e questa invece (che ho rubato ad un contatto, sempre su FB) passa tranquillamente senza suscitare alzate di scudi?

E notare che mi sono limitata, che a me la pornografia non interessa e la mercificazione dei corpi ha sempre causato ribrezzo... e poi, ho la mia faccia da difendere io, mica voglio inquinarmi con certe schifezze che invece navigano tranquillamente con il beneplacito di Fb stesso medesimo... pedofilia, razzismo e fascismo compresi - un piccolo esempio di quello che si può liberamente trovare nella comunità dei benpensanti FB lo trovate nel video stesso.

Allora una pensa: vuoi vedere che l'aspetto che più disturba FB è proprio il fatto che la mamma allatti? Evidentemente i signori son cresciuti a biberon e non sanno che l'allattamento al seno è una cosa naturale e sana... o forse sono sponsorizzati da qualche ditta che, appunto, produce latte in polvere (e lo manda in Africa, dove l'acqua è inquinata ma almeno la loro opera buona l'han fatta... con buona pace delle loro coscienze).

Oppure ancora, il problema è che la mamma è nera ed il bimbo è bianco... e siccome siamo tutti uguali ma qualcuno lo è di più, pare che dovremmo difendere la purezza della razza bianca e quindi impedire ad una donna non candeggiata di allattare uno dei nostri preziosi cuccioli. Che magari è albino, ma tant'è, prevenire è meglio che usare il cervello... così pare.

Allora, qui non è un fatto di femminismo o comunismo: si tratta di puro e semplice buonsenso. Ed è per questo che chiedo a tutti i blogger ed agli amici che hanno un profilo su Facebook di unirvi alla nostra protesta: sciopero di presenza su FB appunto, da lunedì 13 febbraio h. 7:30 a mercoledì 15 febbraio h. 23:30.

Con preghiera di massima diffusione... per favore.

martedì 17 gennaio 2012

Sì: devo farmi per forza un partito.


Basta. Mafaldescamente basta. Non ne posso più. Ma davvero questa volta.

Sono maledettamente stanca delle solite tiritere, delle solidarietà a parole, delle belle frasi cui non segue alcun costrutto.

Saranno almeno tre anni che il mio segretario (per ora ex, visto che non ho ancora rinnovato la tessera) parla della necessità di riunificare i comunisti in un unico grande partito, un partito dalle percentuali berlingueriane per capirci e non un'armata brancaleone sempre alle prese con lo zero virgola. E infatti siamo ancora tutti belli divisi, anzi alla lista nel frattempo se n'è aggiunto qualche altro - poi a una non deve venire il sospetto che al di là delle teorie divergenti ci sia l'interesse per il proprio orticello.

Sono anni anche che si parla della crisi, della solidarietà al mondo del lavoro (chi ancora ce l'ha) e infatti il modello Marchionne impera, l'articolo 18 viene sistematicamente attaccato, per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro è meglio stendere un velo pietoso e di sicurezza del lavoro proprio non c'è ombra.

Si evita di scatenare guerre tra poveri (giovani contrapposti a "maturi" o addirittura ai pensionati), giustamente anche, ma non si risolvono i problemi di fondo e ci si limita a ribadire ad ogni pié sospinto la solidarietà... una volta alle lavoratrici della OMSA, una volta a Fincantieri, una volta a Pomigliano e poi al Binario 21 e così via, ma di concreto non si fa nulla. E intanto, oltre a continuare a fare la conta dei morti sul lavoro, ora ci possiamo pure dilettare con la conta dei morti senza lavoro: disoccupati, pensionati, commercianti... è un continuo bollettino di guerra quotidiana, al punto che non si tratta più di emergenza ma di routine.

Ma si continua a parlare di "crescita", anche da parte di tanta sinistra. Che ci sarà mai da crescere, dico io? I figli... la pace... la tolleranza, la cultura, la salute, il benessere di tutti (inteso proprio come "stare bene", non solo e non tanto in termini biecamente materiali di avere e consumare) sì, devono crescere. Non la produzione, non il PIL, non l'economia.

Le persone devono crescere. E già questo lo dicono in pochi. La decrescita sembra una parolaccia, ancora per troppa sinistra. E siccome la sinistra (occhio: sto parlando di sinistra, non di piddì e simili) è troppo debole per far qualcosa oltre ai proclami, ecco che si sprecano incontri, dibattiti, assemblee sulla necessità di UN partito COMUNISTA. Uno, e comunista, appunto. Ho detto niente.

Ci credo ancora, io, nella frase "da ognuno secondo le sue possibilità, ad ognuno secondo i suoi bisogni". Ma a quanto pare non è così semplice, perché se non c'è un grande partito che garantisca una equa distribuzione delle risorse e delle ricchezze (basterebbero anche un po' di uomini onesti, ma sono introvabili come il suddetto partito, mi pare), chi ha avrà sempre di più e chi non ha continuerà a non avere.

D'altra parte non mi pare di vedere segnali positivi neppure dalla parte sindacale... possibile che non si possa pensare ad uno sciopero totale, generale, ad oltranza ma solo a sciopericchi di categoria e perdipiù a tempo determinato? E che razza di incidenza avranno mai?

E allora la soluzione è farmi un mio partito, visto che nessuno dei presenti risponde prefettamente e totalmente al mio pensiero? Ovvio che no, il titolo è solo una provocazione sull'onda di un ricordo gaberiano.
Per tanti motivi, non mi faccio un partito.

Primo, ho sempre detto che un altro partito non serve.

Secondo, sono pigra e non ho proprio voglia di mettermi a pensare per tutti, perché una delle mode più deleterie - e frequenti - degli ultimi tempi è aspettare il leader carismatico, che può anche essere un emerito imbecille ma se è un trascinatore ed è disposto a dire cosa dobbiamo fare, va benissimo.

Terzo, proprio perché sono una convinta assertrice del motto "per criticare bisogna conoscere" e nel contempo riconosco la mia ignoranza colossale (d'altronde sono in buona compagnia: già qualcun altro disse "so di non sapere"... e non era esattamente l'ultimo arrivato) ma ormai le teorie più che altro mi annoiano e son già abbastanza depressa senza impegolarmi in astruse sottigliezze metodologiche e spaccature del capello, non critico, non mi ergo a giudice ma semplicemente scelgo autonomamente la mia strada.

Che è poi la stessa dei miei esordi. Il comunismo pare impraticabile di questi tempi, visto che non riusciamo a garantire a tutti gli stessi diritti, seppur fondamentali (e lasciamo pure perdere se e come tali diritti siano poi stati effettivamente a disposizione dei popoli che hanno avuto l'onore di essere guidati da un partito comunista o presunto tale), ergo torno orgogliosamente anarchica. Insomma, faccio quello che posso. Non ho la forza di salvare il mondo, ma almeno provo a salvare qualcuno.

Anche perché, se lo facessimo tutti, magari scopriremmo che ci siam salvati tutti... insieme. Da soli non si arriva da nessuna parte, ritengo io.

Ciao compagni, sicuramente le nostre strade si ri-incroceranno. Ma io intanto mi rimbocco le maniche e vedo cosa posso - solidarmente - fare. Che non c'entra nulla, spero sia ben chiaro, con l'egoistico salvataggio personale. E neppure con la classica elemosina.

"Fai agli altri quello che, in analoghe circostanze, vorresti fosse fatto a te".

lunedì 7 novembre 2011

Meteo: di responsabilità e di umanità. Maancheno.

Le precipitazioni - che definire abbondanti è mero eufemismo - abbattutesi in particolare sulla Liguria in questi ultimi giorni hanno causato danni ingenti, non solo alle cose (che, per quanto possa dispiacere, son sempre sostituibili) ma anche alle persone. Ci sono state delle vittime - e ad una perdita di questo tipo non c'è rimedio. Normale, logico quindi lo sgomento, l'angoscia e anche la rabbia.

C'è stato chi ha sostenuto che non era il caso di buttarla in politica, chi ha chiesto il taglio di teste, chi ha operato distinguo, chi ha provato tra le righe a dar la colpa a Crozza reo di aver osato scherzare con santi e madonne, chi ha perfino scomodato i Borboni... insomma, un po' di tutto, compreso lo sdegno (per me giustificatissimo) nei confronti di certe alte cariche dello stato che hanno disertato il funerale di Sandro Usai, reo di non essere un milite morto portando la "pace" all'estero.


Non voglio prendere posizione sulla necessità di dimissioni dei vari sindaci - ma soltanto perché penso che giudicare spetti ai rispettivi cittadini, non perché ritenga che non abbiano alcun tipo di responsabilità... ma ecco, è proprio di questo aspetto che voglio parlare.

Da cittadini, è facilissimo criticare. Per esempio io potrei dire che l'amministrazione di Sanremo in questa circostanza ha peccato di eccessiva precauzione, visto che abbiamo le scuole chiuse da venerdì (domani si replica) e in fondo non è successo nulla. Ma, a parte l'indubitabile fatto che preferisco sapere mia figlia a casa "per nulla" piuttosto che in giro a rischio, c'è un'altra considerazione che mi preme: è facile criticare standosene comodamente in poltrona a casa. E' facile dar la croce addosso a chi ci governa, quando sbaglia. Attenzione: non sono una giustificazionista, chi sbaglia secondo me deve pagare, chi si impegna a fare il bene della sua città (o comune o stato o quel che è) deve farlo e non pensare unicamente al suo tornaconto. Ma una cosa non ho letto da nessuna parte (il che non significa che qualcuno magari non l'abbia anche scritto, mica posso leggere tutto): la richiesta di una maggiore partecipazione da parte della cittadinanza.

Parlo per esperienza: è molto più comodo starsene tranquilli nelle proprie case che "perder tempo" in riunioni dei consigli comunali, dove si parla di cose incomprensibili per le quali abbiamo delegato altri. Poi quegli altri fanno qualcosa che non ci piace e noi gli diamo addosso, ma morire che qualcuno si prenda la responsabilità di ESSERCI.

Allora, non è che voglio assolvere i politici in carica, ci mancherebbe. E neppure quelli che li hanno preceduti, indipendentemente dal fatto che siano di destra o di (cosiddetta) sinistra. Vorrei solo che tutti i cittadini capissero che la città, il paese, il quartiere, l'isolato sono "anche loro" e che sono loro in prima persona a doversi muovere se vogliono cambiare le cose. Anche cambiando partito di riferimento se serve, superando paure ataviche di comunisti mangiabambini, giovani violenti e quant'altro.

Perché poi spesso si scopre che la solidarietà, la responsabilità stanno proprio dove meno ce la si aspetterebbe: ad esempio le Brigate di Solidarietà Attiva (che fanno capo a Rifondazione Comunista) si sono attivate da subito per portare soccorso ai paesi colpiti, come già avevano fatto a L'Aquila in passato. E su Facebook Sabrina dichiara di mettere a disposizione il suo B&B gratuitamente per qualche genovese sfollato e bisognoso... e i ragazzi (ma non solo i ragazzi) partono dall'Abruzzo e dalla Brianza e dal pavese per occuparsi dello sgombero volontariamente, senza tanti riflettori e riconoscimenti ma con tanta umanità e solidarietà. Quella che mi pare manchi a taluni leghisti:

Lega shock: "Grazie a pioggia sgomberati campi rom a Torino"

Il maltempo, dichiara Davide Cavallotto, deputato del Carroccio,è riuscito laddove aveva fallito Fassino: l'evacuazione dell'insediamento sul lungo Stura. Rosa Callipari, Pd: "Lo ispirano cinismo e razzismo". L'ira di Fassino: frasi assurde, intanto anche i rom sono rientrati nei loro campi
Io no, non ci vado a spalare il fango. Sarei solo d'impiccio, con la mia stampella... e il contributo pecuniario che posso permettermi è davvero esiguo. Ma faccio la mia parte.

So benissimo che, con questa uscita, non mi attirerò troppe simpatie. D'altronde non scrivo per piacere agli altri (l'ho fatto ben poche volte e non m'è nemmeno venuto troppo bene) ma per offire, eventualmente, spunti di riflessione diversi.

Un paio di link:

http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/9367-genova-e-non-solo-la-natura-si-ribella-i-segni-di-dio

http://domenicofiniguerra.it/2011/11/01/il-responsabile-di-quella-tragedia-sono-io-amministratore-cittadino-italiano-nonche-elettore/

http://a-sinistra.blogspot.com/2011/11/genova-la-violenza-al-territorio.html

http://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2011/11/opinione-del-rockpoeta-4-novembre-2011.html

giovedì 11 agosto 2011

DICIAMO NO AL CENTROSINISTRA, SI ALL'UNITA' DEI COMUNISTI

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com con nome, cognome, città ed eventuale partito di appartenenza.

UNITI E COMPATTI VINCEREMO! FINO ALL'UNITA' LOTTEREMO!

Diciamo no alle alleanze con il centrosinistra, e sì all'Unità dei Comunisti.

Siamo un gruppo di compagne/i appartenenti alla moltitudine dei partiti comunisti e alla diaspora.

La situazione sempre più reazionaria della destra e il comportamento sempre più complice dei partiti borghesi (PD e SEL), la mancata risposta dei partiti comunisti, la poca credibilità e la subalternità al pd e alla nuova sinistra moderata nonchè i comportamenti settari e autoreferenziali, ci impongono di scendere in piazza, subito prima dei due congressi del Pdci e del PRC, rivolgendoci però a tutti i partiti comunisti.

Questa volta la manifestazione la faremo in casa – tra comunisti- e siamo convinti che le dirigenze di tutti i nostri partiti, sensibili alle rivendicazioni, alle richieste ed alle volontà dei loro compagni, non si esimeranno dal darne seguito e risposta.

Dopo quindici anni di tattiche erronee e sempre simili a se stesse, dopo decenni di disfatte e revisionismi, è ora di dire basta con la subalternità al governismo e alle alleanze a tutti i costi col PD. Eliminare la destra del paese è un compito per noi prioritario ed ineludibile ed è per questo che ci battiamo da sempre nelle piazze per raggiungere questo obiettivo che però non può più essere strumentalizzato per sostenere un futuro governo di centrosinistra che flirta con Confindustria, sostiene le missioni militari all'estero ed è in linea con i poteri forti come Vaticano e BCE. Abbiamo ormai un'esperienza e un bilancio chiaro sulle esperienze fallimentari dei governi di centrosinistra che portano tutti a dover riconoscere che questa prospettiva è a sua volta nemica dei lavoratori e del popolo italiano.

Consci che la eventuale presenza di quattro parlamentari in un parlamento che, al di là dei giochi di ruolo e dei copioni, è compatto a favore dei padroni, non modificherà di una virgola le decisioni filo-capitalistiche e le controriforme dei partiti del cosiddetto "centrosinistra". Crediamo sia venuto il momento definitivo per ricominciare a costruire un partito alternativo, autonomo ed in opposizione anche al PD e ai suoi accoliti. Un partito che sia avanguardia, che sia riconoscibile nelle lotte e nelle scelte politiche come strumento per la lotta di classe, un partito che non tentenni tra lo stare dalla parte dei lavoratori o degli accordi scandalo sottoscritti in campo sindacale, un partito presente e unitario,che lotti senza compromessi per l’eliminazione del precariato e della legge 30. Un partito dunque che si riconosca nei principi comunisti tutti i giorni e a tutti i livelli. Un partito che non abbia paura a fare opposizione e che lo faccia mettendo sempre al centro gli interessi e i programmi delle classi subalterne che deve rappresentare, che non sia morbido verso le scelte politiche o sindacali solo in prossimità di appuntamenti elettorali,che tralasci gli opportunismi a chi dell'opportunismo è maestro e per questo inviso da noi compagni e compagne. Un partito che sia credibile e non sia oggi contro la TAV senza se e senza ma e che poi invece frena e concede in vista di possibili accordi elettorali futuri con il PD, che non sia a parole per l'acqua pubblica e la sanità pubblica, ma contemporaneamente preghi per l’unità con sinistra e libertà che calpesta queste parole d’ordine a partire dalla Puglia, che non sia per la pace e contro le guerre imperialiste ma contemporaneamente supino alle alleanze con i guerrafondai del centrosinistra e lo supporti nel finanziare le missioni militari.

Tutto questo è film già visto e ci ha portato all'ulteriore declino e frammentazione, se non al vero allontanamento, abbandono e disaffezione di validi compagni all'impegno politico. Chiediamo un atto di coraggio e di discontinuità. La dimostrazione che i comunisti sono diversi e alternativi al modello di società dominante, nella questione morale, nelle lotte, negli obiettivi da perseguire e nella prospettiva di costruire una società diversa. La dimostrazione che il vertice ascolti e incarni i sentimenti politici della base che dovrebbe rappresentare e che si vuole lottare, uniti, per la classe lavoratrice, i precari, le donne, gli immigrati ed i pensionati a basso reddito, e non che si lavora per avere una poltrona con scorciatoie che non modificano nulla degli assetti presenti e che al contrario compromettono la nostra credibilità.

Non ci interessano le lotte interne, non ci interessano le complicità sottobanco con altri, ci interessa tornare ad essere orgogliosi di definirci tesserati di un "Partito Comunista". Non accetteremo di nuovo di piegarci ai ricatti della "Grande alleanza democratica" (2004) o di nuove alleanze subalterne variamente dipinte in questi quindici anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, nessuna utilità, nessuna crescita, al contrario,solo disillusione da parte dei compagni che si sentono ogni volta sempre più traditi.

Pertanto, la priorità su cui ricostruire questo Partito non può essere solo quella di tornare in Parlamento, soprattutto se non vincoliamo questo ritorno a un preciso programma tutto a vantaggio della classe e non a sostegno dei poteri forti. Parallelamente chiediamo l'inizio di un percorso condiviso verso una costituente aperta e partecipata, che porti alla realizzazione dell'unità dei comunisti, a un programma minimo anticapitalista e antimperialista e che non sia un progetto calato dall'alto stabilito a tavolino e per quote, ancora una volta lontano dai compagni e da tutte/i le/i comuniste ma frutto di un lavoro e di una discussione seria e costruttiva.

Un percorso condiviso che coinvolga tutte le diverse realtà comuniste disponibili e non solo un'unità tra i vertici di due partiti, ma l'apertura di una reale Costituente Comunista che dia vita ad una concreta opposizione di classe, contro lo squalo capitalista, contro il patto sociale, contro gli accordi truffa, supportati dal centrodestra e dal centrosinistra.

Noi chiediamo con coraggio e convinzione che ci sia una svolta realmente a “sinistra” e dal “basso”.

Per sostenere con forza questi obiettivi diamo appuntamento a tutti i compagni e tutte le compagne, a Roma, sabato 22 ottobre 2011, alle ore 15.00 sotto la sede della Federazione della Sinistra, per far sventolare di nuovo, con orgoglio, tutti insieme la nostra bandiera rossa.

Per aderire e sottoscrivere, manda una mail a: adesioni22ottobre@gmail.com









prime adesioni:

Gennaro Thiago Nenna, PRC Circolo Fortunato Cava de' Tirreni (SA)

Costantino Borgogni, PRC Poggibonsi (SI)

Maria Antonietta Garofalo, PRC Castelvetrano ( TP ),

Elena Gaetti, PdCI Pavia

Valentina Marchesini, Circolo PRC Siena,

Fausta Dumano, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone,

Mario G. Cossellu, Segreteria Circolo PRC/SE "Enrico Berlinguer" Bruxelles,

Mauro Salvi, PdCI Pavia,

Manuela Consogno, PdCi Pavia,

Nicola Iozzo PDCI Vibo Valentia,

Francesco Andreini, PRC Siena,

Roberta Laura Vannini - Guidonia Montecelio (rm)-pdci

Tea Cernigoi, Torino

Andrea Salutari, coordinatore provinciale Giovani Comunisti Torino

Andrea Zampieri, PRC Mirano Ballan (VE)

Marina Susanna Loi, PRC Sardegna

Filippone Manuela Calamonaci, Rifondazione Comunista Federazione provinciale FdS

Katia Silvestrini, PRC Fabriano (ex segretaria circolo PRC Fabriano)

Massimo Filipponi detto Kolkov, Roma ex dirigente PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Angelo Caputo, Giovani Comunisti (RC) circolo: Tiburtino III Roma

Anna Cotellessa, ex PdCI (non rinnovata la tessera per protesta)

Luca Furlan dei Giovani Comunisti di Gorizia (circolo PRC di San Canzian d'Isonzo)

Maria Pina Chessa, (insegnante precaria) Circolo Centopassi PRC Nuoro

Luca Marini, PRC Prato

Angela Bindi - Circolo PRC di Sovicille - Siena

Iole Superchi, Allumiere, Circolo P.R.C di Allumiere

Luisa Monaco, circolo PRC San Lorenzo, Roma

Margherita Bravo, PRC Venezia

Andrea Cristofaro, Circolo PRC Carlo Giuliani Frosinone

Alessandra Aiello, PRC Roma

Angelo Silvestri, Segreteria PRC CORI (LT)

Laura Scappaticci- senza tessera ex pdci- Arpino (FR)

Adele Patriarchi, insegnante Roma

Italo Nobile, Circolo Stella San Carlo all'Arena - Napoli

Pino de Luca, San Donaci (BR)

Loretta Mugnaini, rappresentante PRC di Scandicci

Parissi Piero, Vignoli Mauro, Pucci Parizia, ex PRC non rinnovate le tessere per protesta(Scandicci)

Gianni BASSANI, responsabile provinciale Lavoro del P.R.C. SIENA

Alessandro Perrone, CU Monfalcone/FVG

Mario D'Acunto, Comunisti Uniti Toscana

Simone Servello, PRC Petrizzi CZ

Marina Sartor, operaia, Casole d'Elsa (SI)

Sandro Targetti, PRC - Circolo Ferrovieri Spartaco Lavagnini- Firenze












documento, primi firmatari e aggiornamenti su: http://appello22ottobre.blogspot.com/

fonte: facebook

lunedì 25 luglio 2011

Lettera aperta ai cittadini israeliani

Riporto integralmente la lettera, che copio dal blog dell'amico Loris:


Cittadini di Israele,
noi siamo Cittadini d'Italia ma, insieme a voi e ai Cittadini di qualunque altro Paese, siamo cittadini del mondo.
E' in qualità di Cittadini del Mondo che desideriamo parlarvi.
I confini geografici possono essere una necessità ma limitano il riconoscersi tutti nel comune sentire di semplici Esseri Umani, ognuno con le proprie paure, le proprie fragilità, i propri sogni.
"Siamo tutti sulla stessa barca", diciamo in Italia.
Sarà per questa simbologia, forse, che siamo tanto legati alla Freedom Flotilla. Ne avete, sicuramente, sentito parlare; magari, vi avranno detto che i suoi passeggeri sono cattivi, terroristi, che vogliono la vostra fine.
Non è così!
Chi si imbarca su quelle navi è convinto che tutti i Cittadini del Mondo debbano vivere liberi, da assedi e da paure, e decidere da sé come vogliono essere governati. È convinto che nessuna "ragione di Stato" può essere una giustificazione per togliere ad altri la libertà e la dignità.
"Dignità" è anche il nome di una piccola barca che, stamattina, si è diretta a Gaza.
Il vostro Governo l'ha bloccata con mezzi militari e ha costretto i suoi passeggeri ad andare al porto di Ashdod.
A questo punto del racconto, vogliamo farvi riflettere con noi su alcuni particolari:
l'anno scorso il vostro Governo ha assalito la Mavi Marmara, facente parte della prima Freedom Flotilla, uccidendo 9 persone e ferendone molte altre. Da quasi tutti i Governi del Mondo si sono levate voci di critica. Anche l'ONU ha condannato l'atto, dichiarandolo illegale, sia perché svoltosi in acque internazionali sia per la brutalità dell'esecuzione.
Quest'anno, il vostro Governo non ha avuto bisogno di uccidere nessuno. Ha, semplicemente, comprato altri Governi (compreso il nostro). Alcuni li ha comprati economicamente, altri politicamente. Il risultato non cambia. Sapete questo cosa significa per un Cittadino del Mondo? Che, se domani, un qualunque Governo riuscisse a comprarsene altri, nessuno di noi sarebbe più libero di muoversi. Noi come voi.
Il vostro Governo ha abbordato la piccola Dignité e ha condotto i suoi passeggeri nel porto di Ashdod, dove verranno interrogati e rimandati nei rispettivi Paesi oppure processati per "essere entrati, illegalmente, in Israele". Vi possiamo assicurare che i passeggeri della Dignité non avevano intenzione di entrare in Israele. La loro destinazione era Gaza, come da sempre dichiarato e riportato da tutti i media del Mondo. D'altronde, non è proprio per questo che Israele si è data tanto da fare per impedirglielo, annunciando al Mondo che nessuno entrerà mai a Gaza, via mare, e che avrebbe usato qualunque mezzo per fermarli? E dunque, non suona schizofrenico costringere chi voleva andare a Gaza ad andare a Ashdod e, poi, accusarlo di essere entrato illegalmente in Israele?
Il vostro Governo giustifica qualunque sua azione con la motivazione di doversi difendere. Continua a bombardare Gaza, a togliere da vivere a un altro Popolo, impedendo ai pescatori di pescare e ai contadini di coltivare i loro campi. Per farlo, non esita a sparare su persone inermi. E bombarda voi, il suo Popolo, con la propaganda sul complotto per distruggervi.
Siete tutti terrorizzati, Palestinesi e Israeliani, chi per un motivo chi per un altro.
Siete tutti rinchiusi dal muro che il vostro Governo ha eretto, intorno alla vostra dignità, vostra e dei vostri fratelli Palestinesi.
Vi chiediamo: se il vostro Governo ha talmente paura da impedire anche a chi non ha armi di esprimere il proprio dissenso e di impegnarsi perché le regole che chi governa il Mondo ci sta imponendo, bypassando leggi nazionali e internazionali, conquistate in decenni di lotte civili dai nostri genitori, in quale modo possiamo evitare, noi semplici Cittadini del Mondo, di essere ridotti, di nuovo, in schiavitù?
La recente legge anti boicottaggio vi imbavaglia. Non sentite il bavaglio stringere sulle vostre bocche e sulle vostre anime?
Non siete liberi, non siamo liberi.
Indignatevi, insieme a noi. I Governi, il vostro, il nostro, non hanno paura delle armi, sulle quali, tra l'altro, fanno grandi affari. Una sola cosa temono: l'opinione pubblica.
Usano la paura, creata ad arte, per renderci deboli e timorosi di reagire.
Facciamo capire loro che, invece, non abbiamo paura della propaganda.
Indigniamoci, insieme! Diciamo al Mondo che i nostri Paesi sono migliori di chi ci governa e che vogliamo vivere insieme, mettendo insieme le nostre emozioni, i nostri bisogni, le nostre paure, le nostre fragilità, i nostri sogni.
Diciamogli che ci sentiamo tutti sulla stessa barca.


(English version)
Open letter to Israeli citizens

Citizens of Israel,
we are Italian citizens but, as you are and as all the people from any other country are, we are also citizens of the
world.
And as citizens of the world we want to address you.
Geographical boundaries may be necessary but they also hinder us from identifying ourselves as human beings, with common feelings, and our own individual fears, weaknesses, and dreams.
There's an adage in Italy that goes: “We are all in the same boat”. Maybe it's because of this image that we feel so bonded to the Freedom Flotilla. You've certainly heard of it. Maybe you've been told that its passengers are bad people, terrorists, that they want your demise.
This is not true!
The people who embarked on those ships believe that all the citizens of the world should live free from sieges and fears, and should decide for themselves how their country is ruled. They think that no “reason of state” may be invoked as a justification to deprive anybody of their freedom and dignity.
“Dignity” is also the name of a small ship that sailed this morning, bound for Gaza.
Your Government blocked it with military boats and forced its passengers to go to Ashdod port.
Before saying more, let us bring your attention to some details: last year your Government attacked the Mavi Marmara ship, which was part of the first Freedom Flotilla, killing 9 people and injuring many more. Critical voices came from almost all the governments in the world. Even the UN condemned this action, and declared it illegal, both because it took place in international waters, and because of its brutality.
This year, your Government hasn't needed to kill anyone, but simply bribed other Governments (ours included). Some were bribed with monetary rewards, others with political favors. The outcome is the same.
Can you imagine what this means for a Citizen of the World? It means that if tomorrow whatever country were able to bribe other governments, none of us would any longer be free to go around. Neither us nor you.
Your Government boarded the small Dignité and took its passengers to Ashdod port, where either they will be interrogated and sent back to their own countries or they will be put on trial for “illegally entering Israel”. We can assure you that the Dignité passengers had no intention of entering Israel. Their destination was Gaza, as it has always been declared by them and reported by mass media all over the world. After all, isn't this what Israel has been trying so hard to prevent, by announcing to the World that nobody will ever be allowed to enter Gaza by sea and that it would use any means to stop those who tried? So, doesn't it sound schizophrenic to force people headed for Gaza to go to Ashdod and then incriminate them for entering Israel illegally?
Your Government justifies all its actions as measures of self-defense.
It keeps on bombing Gaza, taking off that people's means of support, by preventing fishermen to fish and farmers to farm their fields. To reach its aim it isn't backward about shooting at defenseless people. And it bombards you, its people, with its propaganda about a conspiracy to destroy you.
You are all terrified, both Palestinians and Israelis, for one reason or another.
You are all trapped inside the wall that your Government built around your and your Palestinian brothers' dignity.
We ask you: if your Government is so frightened that it forbids even unarmed people from expressing their dissent and acting against the rules that world leaders are imposing on us – ignoring national and international laws that are the outcome of our fathers' civil struggles in the past decades – how can we, common citizens of the worlds, save ourselves from being reduced to slavery again?
The new anti-boycott law is gagging you. Can't you feel that gag on your mouths and souls?
You're not free, we're not free.
Get indignant, as we are. These Governments, your Government and our Government, are not afraid of weapons, in which they do a roaring trade, incidentally. They are afraid only of one thing: public opinion.
They use the fears they instill on purpose to make us weak and afraid to take action
Let's make them understand, instead, that we're not impressed by their propaganda.
Let's get indignant together! Let's tell all the world that our peoples are better than our leaders and that we want to live together, sharing our emotions, our needs, our fears, our weaknesses, our dreams
Let's tell them that we feel we are all in the same boat.


We Are All On The Freedom Flotilla 2